Quasi un anno fa parlammo della comunità solidarista popoli e del lavoro poco chiaro che svolge presso le comunità Karen in Birmania, qui torno a parlarne perché da ieri sul loro sito è rinnovato l’impegno in Palestina tramite il “coordinamento per il soccorso al popolo palestinese”.
L’impegno delle compagini fasciste o fascisteggianti in sostegno alla lotta palestinese è cosa nota ai più e affonda le sue radici in un passato lontano, le motivazioni sono cambiate durante gli anni e nei decenni si sono andate ad assestare da un lato sulla linea prettamente umanitarista – con tutto il corollario di specifiche di apartiticità, non legame con le istutuzioni, bla bla bla – e dall’altra sulla chiave antimperialista contro Israele ‘cane da guardia’ del capitalismo in medio oriente.
Entrambe le linee possono creare confusione e ricevere l’appoggio di certa parte di sinistra che, privata degli anticorpi necessari, riconosce come legittima e appoggia la solidarietà che questi loschi figuri portano al popolo palestinese.
Certo, mi si può obbiettare che ogni solidarietà ha valore di essere, medicine, vestiti, giocattoli e libri, non importa da dove vengono, non importa se le mani che le hanno toccate poi sventolano al cielo tese, l’importante è che arrivino. Spiacente ma non posso essere d’accordo, la solidarietà che portano è interessata, spesso declinabile in chiave antiebraica e quindi antisemita e comunque sempre porta acqua al loro agire, consentendoli agibilità e visibilità.
Anche il logo utilizzato è copiato da quello disegnato da Latuff sostituendo alle dita a V un uomo a braccia aperte.