Ricapitoliamo l’intrusione di ieri, 13/11/2013.Non potevamo non riportare le aggressioni fatte a Firenze (QUI) e Brescia (QUI) in entrambi i casi era presente la polizia che non ha fatto nulla durate ma si è prodigata poi nel seguito a portare in questura gli antifascisti.
Se a Brescia era in corso un presidio antifascista a Firenze si era appena conclusa una presentazione di un libro al bar ‘le giubbe rosse’ solito ad ospitare presentazione dei turbofuturisti di casa pound.
Abbiamo rimarcato come le ff.oo. sempre solerti difendano fisicamente i fasci (un esempio recente? Sabato scorso, vedi l’inaugurazione sede di casa pound Trento), come a Firenze dove la digos (capitanata dall’ex boss delle investigazioni speciali di Pd, salutato con nostalgia dalla redazione antoniana) presente da tempo, da quando è iniziata la presentazione, ha aspettato, guardando, che l’aggressione finisse per poi arrestare i due antifa che si son beccati 15 e 25 gg di prognosi.
Abbiamo commentato i volantini e come su quello antifa di Firenze che rilancia la manifestazione di sabato prossimo (info) sia individuato chiaramente il nemico di classe, il ruolo che i fascisti hanno e sottolineata la necessità di combatterli, quello dei turbodinamisti sia invece caratterizzato dai toni patetici e vittimisti tipici dei mistificatori che sono.
Abbiamo ricordato la cerimonia (QUI) di commemorazione alla tomba di Ezra Pound, il poeta statunitense non conforme che presta cognome e idee al movimento terzomilleniofascista, morto e sepolto a Venezia 41 anni fa.
Viene inaugurato inoltre il Trofeo “Razza di Pirla“, che come la fiaccola olimpica verrà passato di mano in mano ai più meritevoli. Ieri è toccato a Craig Cobb, 62enne del Missouri, aderente al più grande partito neonazista americano, US National Socialist Movement, che in diretta televisiva ha mostrato il proprio test del DNA nel quale è scritto che i suoi geni al 14% sono di origine sub-sahariana africana.
Figura da pirla, tra le risate del pubblico e lo scherno della condutrice nera che lo saluta con un “Ehi, fratello”, tipico saluto del ghetto. (QUI)
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