Oggi a Roma poco più di un centinaio di sostenitori di Casa Pound si sono riuniti davanti all’ambasciata dell’India per chiedere la liberazione dei due marò sotto processo proprio in India per aver sparato su due pescatori indiani morti sotto i colpi dei loro fucili.
Oggi si teneva una nuova udienza del processo nella quale si decideva l’esatto capo di imputazione e quelli di Casa Pound, tra un banchetto di distribuzione della pasta gratuitamente in aiuto delle italiche famiglie e una birra ascoltando gli Hobbit in qualche tana, hanno deicso di riunirsi per dirne 4 al governo indiano.Raccolte più bandiere che manifestanti i patrioti, dopo un po’ che stavano li in piedi al freddo urlando in maniera un po’ confusa alcuni slogan, sono stati arringati da Di Stefano che ha fatto un discorso accorato, appassionato, da grande oratore.
Ha iniziato ricordando che sanno rispettare le regole e lo sanno fare bene ma lofanno solo ma sanno anche non rispettarle e non rispetteranno nessuna regola per difendere i Marò se ce ne fosse bisogno.
Di Stefano arroga a CPI il primato nella difesa dei due marinai e critica Nato, Onu e Amerikani che li hanno abbandonati.
Il viceleader di casa pound giura di fronte alla sua platea ormai in estasi che in caso di condanna torneranno li a combattere, in mille, duemila, per scrivere una pagina di storia, per chiudere l’ambasciata indiana “anche con la forza se necessario”.
Insomma, i vertici indiani da oggi non dormiranno certo sonni tranquilli.
VIDEO dell’intervento