Revisionismo umanitario

L’Uomo Libero Onlus organizza insieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia e con il patrocinio della Regione Veneto una mostra dal titolo: “Il genocidio dimenticato – Gli italiani in Crimea”. La mostra verrà inaugurata il prossimo 15 gennaio e non l’ho ancora visitata ma è di mio interesse per l’organizzazione che la promuove.

Italiani-crimea-15-1-2014-cartoncinoChi ci segue durante le rubriche di Intruders sa che mi interessa particolarmente seguire la vita di quelle organizzazioni culturali/umanitarie che in odore di fascismo portano avanti da un lato campagne umanitarie in giro per il mondo, dall’altro iniziative pubbliche ammantate da un significato culturale ma che sotto il sottile strato di vernice ingannatore altro non sono che iniziative di propaganda nazionalista quando non veri e propri tentativi revisionisti.

Questa mostra pare inserirsi su questo solco, basta leggere la presentazione per rendersene conto in passaggi come “la pulizia etnica pianificata a tavolino: per il solo fatto di essere italiani”. È con frasi del genere che si cerca di costruire un’unità nazionalistica con questi esuli, si cerca di stringere sentimentalmente il cuore dei visitatori attorno alle vicende drammatiche raccontate dalla mostra.

Facciamo un passo indietro, cos’è L’uomo libero onlus, capirlo meglio ci permette di inquadrare la mostra.

Si tratta di una onlus fondata nel 1990 con sede in Via San Tomè, 13 Arco (TN) che si occupa di promuovere iniziative di raccolta fondi e culturali in italia e di solidarietà all’estero. In particolare sul loro sito troviamo attivi due progetti: “Terra e Identità” in Birmania e “Accendiamo la Speranza” in Kossovo.

In particolare Terra e Identità è un progetto una cui parte economica è sostenuta anche dalla Regione Trentino Alto Adige, come si legge dalla brochure linkata.

Sono giunto sul sito de l’uomo libero proprio seguendo il primo progetto che porta avanti insieme alla Comunità Solidarista Popoli, onlus che fa meno segreto di altre di essere collegata a casa pound Italia, a sostegno del popolo Karen, un gruppo etnico di circa 4 milioni di persone che sta conducendo dal 1948 una lotta armata per l’indipendenza dalla Birmania.

Qui, sul sito de “la perfetta letizia – quotidiano online di ispirazione cattolica- trovate un report di una loro missione congiunta in Birmania.

Queste due onlus, negli anni, hanno sempre portato la loro solidarietà e sarebbe interessante dilungarsi sulle particolari divise regalate ai guerriglieri Karen, vi metto alcune foto dove noterete il fascio littorio sul braccio del miliziano, un’altra foto ritrae alcuni di loro con il vessillo di cpi.

comunità popoli1comunità popolicomunità popoli2casa pound birmania

Entrambe hanno fondato due villagi nel distretto di Dooplaya, il primo della comunità solidarista si chiama Little Verona e l’altro l’uomo libero village.

Birmania1

Come se non bastasse, legate alle vicende birmane e all’attività dei turbofuturisti in quelle zone troviamo questo articolo de L’Espresso dove si dice che Andrea Antonini e Pietro Casasanta, quest’ultimo presidente della onlus La Salamandra, il gruppo di protezione civile di casa pound, sono stati rinivati a giudizio per aver aiutato nel 2008 Mario Satafede, latitante legato alla camorra, a fuggire da una condanna di 12 anni per traffico internazionale di stupefacenti. Entrambi hanno diffidato chiunque a unire questa vicenda a Casa Pound tuttavia poco tempo dopo la Procura di Verona ha scoperto che i frequenti viaggi in Birmania univano lo scopo filantropico a quello di addestramento. Sempre dall’articolo de L’Espresso si legge che il veronese Franco Nerozzi, fondatore della comunità solidarista popoli, avrebbe utilizzato queste missioni umanitarie per creare un campo di addestramento per realizzare un golpe nelle Isole Comore, vicino al Madagascar.

Nerozzi, arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale ha patteggiato la pena a 1 anno e 10 mesi sostenendo che si è trattato tutto di un equivoco. Passano gli anni e ritroviamo in Birmania nel 2010 Gianluca Iannone, presidente di cpi entrato dalla Tailandia in visita, insieme a Nerozzi, delle Black Special Forces (i cui membri sono immortatlati con la divisa con il fasci littorio) guidati dal colonnello Nerdah Mya.

Lasciamo da parte le vicende Birmane e la comunità solidarista popoli e torniamo su L’uomo libero onlus.

Dalla pagina “con te” che fa sfoggio di un bel cuoricino traiamo le informazioni più interessanti.

Inannzi tutto cosa significa essere socio:

ESSERE SOCIO
“se un uomo non ha il coraggio di combattere per le proprie idee o non vale nulla l’uomo o non valgono nulla le sue idee”Ezra Pound

e che sopratutto

E’ PARTECIPARE AD UNA STORIA FATTA DI AZIONI
Dal 1990 l’Uomo Libero sta dalla parte dei Popoli e delle Tradizioni, senza padrini e senza padroni, operando concretamente per una società giusta, ecua, solidale e rispettosa delle specificità.

‘Ecua’ non è un mio errore di trascrizione, è proprio scritto così.

Tra le varie cose che troviamo, sfogliando la pagina fb di questa onlus, anche il saluto a Dominique Venner, omofobo francese che si è ucciso nel maggio scorso davantia all’altare do Notre Dame de Paris e questa ironica vignetta di Fini in inedita versione da kebabbaro in un misto di derisione per l’avversario politico ‘ridotto’ al rango di kababbaro, lavoro fatto sempre da immigrati, quindi derisione e razzismo in un’unica immagine.

fini kebab

CHI CERCA TROVA.
Voglio lanciare un messaggio di coraggio e speranza, soprattutto ai più giovani, che in questo momento faticano a trovare lavoro: non abbattetevi e accettate tutto quello che trovate, poichè “solo toccando il fondo si può risalire sino alle stelle”. In verità non sempre…speriamo.

 Concludendo:

Il panorama delle onlus di ispirazione di estrema destra è ampio, ce ne sono con storia oltre ventennale, come l’uomo libero o appena nate, come il fronte europeo di solidarietà con la Siria ed è un fenomeno da osservare con attenzione.

L’Uomo libero propone serate discretamente eleganti, a giudicare dalle foto pubblicate sul loro profilo facebook, di raccolta fondi, propone iniziative pubbliche sulla storia, pubblica una rivista e fa attività internazionale il tutto ammantato da propositi umanitari.

Sul fronte del mercandising, a dire il vero, sono un po’ scarsi: vendono magliette color kaky (il cui colore ci ricorda qualche cosa) e porta candele con rune incise.

Questo tipo di associazioni, facendo leva sui sentimenti di chi arriva a conoscerli riescono a portare avanti la loro propaganda fatta anche di revisionismo storico e informazione faziosa -in particolare contro il comunismo- ergendosi a difensori della memoria storica ri-intessendo una narrazione fatta di genocidi e stragi sul modello già consolidato delle foibe sul quale trovate molto su diecifebbraio.info.

L’invito è quindi quello di monitorare sempre con attenzione le attività di queste onlus e di avvicinarsi alle realtà umanitarie sempre con la dovuta attenzione ed intelligenza senza farsi prima coinvolgere sentimentalmente dal cuore, che dal cervello, per evitare di diventare inconsapevoli fiancheggiatori di operazioni poco chiare.

Tutte le informazioni qui riportate sono reperibili con una semplice ricerca in rete. Se volete più info o volete aggiungere qualche cosa: jackob@paranoici.org